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Gli imprenditori del Gusto

"la Pecora Nera", l'altra faccia dell'enogastronomia

La casa editrice, con le guide "Roma nel Piatto" e "il Saporario", da dodici anni recensisce in maniera indipendente e nell'assoluto anonimato. Simone Cargiani, curatore dei volumi, racconta la storia di essere una voce fuori dal coro

Parlare de “ la Pecora Nera” è un po’ come narrare la battaglia di Davide contro Golia. La guida enogastronomica nata dalla passione di uno stretto giro di amici circa dodici anni fa con all'attivo le edizioni romane e milanesi Roma nel Piatto e il Saporario è cresciuta e oggi è chiamata sempre più a confrontarsi con blasonati concorrenti che hanno dalla loro parte apprezzate storie editoriali. Eppure, la Pecora Nera, grazie ad alcune scelte editoriali, come quella degli autori di rimanere nel più assoluto anonimato, ora è un punto di riferimento autorevole per gourmet e palati fini al contrario di molte altre dove la credibilità è a rischio a causa di interessi soprattutto pubblicitari. A parlarci di questa scommessa vinta è Simone Cargiani, curatore dei volumi insieme a uno staff di collaboratori.

A distanza di dodici anni dal debutto editoriale qual è la ricetta di tanta autorevolezza conquistata?

“ La risposta arriva dal lettore e dalla fidelizzazione. Ma per essere credibili non bisogna solo essere autorevoli. Per avere un buon risultato serve una guida scritta da una sola mano. Noi gli ispettori addetti alle recensioni dei ristoranti e dei locali li formiamo in modo da avere una unicità di parametri di giudizio. E poi, nello scrivere le nostre recensioni, diamo la percezione che il posto è stato visitato. Insomma raccontiamo il locale in tutti i suoi aspetti, dalla qualità all’arredamento fino all’episodio che ci accade. E questo, senza ombra di dubbio,  fa la differenza”

“Crede che le guide abbiamo mantenuto inalterata la loro influenza negli anni nonostante qualche piccolo incidente mediatico?

“Sicuramente influenzano meno del passato. E anche alcuni incidenti possono aver influito sul pubblico. Oggi comunque ci sono diverse indicatori che hanno cambiato il modo di informarsi sulla qualità dei locali, prime fra tutte le attività dei foodblogger. Cio’ non toglie che una guida fa ancora la sua parte, il consigliato può rendere al ristoratore ancora un 10% di ritorno economico su una tiratura di 4.500-5000 copie.  La nostra offerta resta comunque quella di differenziarci da una critica generalista, ma vogliamo riaffermare il valore del ruolo della critica”

Se dovesse consigliare ad un amico una guida concorrente quale indicherebbe?

“Osterie d’Italia di Slow Food. Trovo che sia fatta molto bene e in maniera accurata”

 E invece per il futuro avete in cantiere qualche nuova iniziativa editoriale?

“Milano nel Piatto”.  Al momento nel capoluogo lombardo distribuiamo “Il Saporario” e “Milano per il Goloso”, che è una guida relativa alle botteghe del gusto indicate per quartiere”

A novembre arriva “Roma nel piatto 2016”.  Qualche anticipazione?

 “E’ una guida con 350 recensioni, di più non posso dire”

 Qualcosa sulla ristorazione romana però può dirla?

 “Onestamente devo dire che la qualità è calata. I piatti proposti sono rovinati, non per mancanza di capacità degli chef, ma per la diminuzione di risorse e disponibilità economiche. Va detto però che è anche necessario ritornare alla ristorazione tradizionale per il bene del comparto romano”

 Gli chef che reputa più validi sul panorama capitolino?

“Roy Caceres, Luciano Monosilio e kotaro noda"

Ci faccia un regalo, ci  consigli un paio di locali dove poter mangiare bene

“Osteria 140” e “ Cesare al Casaletto”

Gianluca Pacella

in data:08/10/2015

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