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Birra e caviale gli ousider dell'export italiano

Entrambi i prodotti alimentari, con l'aumento delle loro esportazioni, hanno aiutato- secondo Coldiretti- a far crescere il valore del cibo made in Italy andando a occupare fette di mercato che erano patrimonio di altre nazioni

Roma- Birra, caviale e altre nuove specialità tutte italiane danno nuova linfa alla già autorevole distintività dei prodotti italiani all'estero. A sostenerlo è un'analisi Coldiretti sul commercio estero sulla base di dati Istat. Secondo l'organizzazione agricola di Palazzo Rospigliosi il valore del cibo made in Italy fuori dai confini nazionali sarebbe raddoppiato negli ultimi dieci anni facendo segnare un aumento record del 79% nelle esportazioni che hanno raggiunto il massimo storico di 36,8 miliardi di euro nel 2015

Il successo dei prodotti nostrani- si spiega in una nota- è stato possibile anche novità alimentari che un tempo erano patrimonio esclusivo di altre nazioni, tra queste spicca la birra il cui valore delle esportazioni è triplicato (+206%) conquistando i mercati di paesi tradizionamente produttori come la Gran Bretagna o la Germania o per il caviale che in un decennio è passato da zero a 11,2 milioni di euro, invadendo le tavole della Russia prima di essere bloccato dall’embargo legato alla crisi Ucraina. Triplicata (+201 per cento) pure l’esportazione di funghi freschi o lavorati.  In ogni caso a trainare l'export è naturalmente il vino, ambasciatore principe del made in Italy, che fa registrare un aumento dell’80 per cento nel decennio per raggiungere nel 2015 un valore delle esportazioni di 5,4 miliardi che lo colloca al primo posto tra i prodotti della tavola Made in Italy all’estero.

Al secondo posto - precisa la Coldiretti - si posiziona l’ortofrutta fresca con un valore stimato in 4,4 miliardi nel 2015 ma con una crescita piu’ ridotta e pari al 55% mentre al terzo posto sul podio sale la pasta che raggiunge i 2,4 miliardi per effetto di una crescita del 82% nel decennio. Nella top five ci sono anche - continua la Coldiretti - i formaggi che hanno raggiunto un export stimato a 2,3 miliardi con un balzo del 95% in dieci anni mentre la classica "pummarola" fa salire la voce pomodori trasformati a 1,5 miliardi (+88% nel decennio). A determinare l’ottima performance dell’agroalimentare italiano sono stati però anche - precisa la Coldiretti - l’olio di oliva che è aumentato del 24% nel periodo considerato per raggiungere 1,4 miliardi a pari merito con i salumi.

 

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