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Cacao, è aumento record dei prezzi
Altroconsumo, clima, speculazione e domanda globale in crescita dietro l’incremento di una delle commodity agricole più richieste
Roma- Il prezzo del cacao ha raggiunto livelli record a livello globale, con un aumento del 220% tra il 2022 e il 2025 e picchi di oltre 10.000 euro a tonnellata. Una crescita senza precedenti che coinvolge direttamente l’Italia – tra i maggiori importatori europei – e che si riflette, seppur in misura più contenuta, sul prezzo al dettaglio del cioccolato. A fotografare questo fenomeno è una nuova indagine di Altroconsumo, che ha analizzato cosa succede nell’intera filiera del cacao, dalla produzione agricola alle borse merci, fino agli scaffali dei supermercati.
La produzione globale di cacao è concentrata prevalentemente in Africa occidentale, con Ghana e Costa d’Avorio che da soli coprono circa la metà del totale. Ma la filiera negli ultimi anni è messa a dura prova da eventi climatici estremi, malattie delle coltivazioni e un progressivo invecchiamento delle piantagioni. A fronte di una domanda globale in costante crescita, alimentata anche dall’espansione dei consumi in Asia, l’offerta fatica a tenere il passo.
Questa tensione tra domanda e offerta ha contribuito a spingere verso l’alto i prezzi della materia prima. A ciò si aggiunge un’altra variabile chiave: la speculazione finanziaria. Considerato sui mercati internazionali come commodity, il cacao è oggetto di scambi attraverso contratti futures, strumenti nati per stabilizzare i prezzi ma spesso usati a fini speculativi. Dal 2023 in poi, l’effetto combinato di fattori reali e finanziari ha generato un’escalation dei prezzi. A gennaio 2025 si è raggiunto il picco di oltre 10.000 euro per tonnellata, con un aumento del 220% rispetto al 2022. Anche i prezzi all’importazione in Italia sono triplicati in tre anni, passando da 3.500 a 12.000 euro a tonnellata.
Altroconsumo ha voluto verificare in che modo i recenti movimenti nelle quotazioni della materia prima cacao e l’instabilità dei mercati finanziari abbiano inciso sulla spesa dei consumatori. A tal fine è stata condotta un’analisi su 93 tavolette di cioccolato fondente vendute nella grande distribuzione italiana, rilevandone i prezzi ogni anno a marzo, in oltre mille punti vendita. I dati parlano chiaro: solo 4 prodotti su 93 hanno registrato un calo di prezzo nell’ultimo anno, e si tratta di ribassi modesti, tra l’1% e il 6%. Tutti gli altri – ben 89 tavolette – hanno subito aumenti compresi tra il 2% e il 90%. L’incremento medio del prezzo al chilo è stato del 17% solo nell’ultimo anno. Ma l’aumento diventa ancora più marcato se si guarda più indietro: rispetto al 2023 l’incremento è del 23% e rispetto al 2022 del 36%.
Ma non si tratta solo di aumenti medi. Anche la distribuzione per fascia di prezzo racconta un cambiamento radicale: nel 2021, il 24% delle tavolette costava meno di 10 euro al chilo. Oggi questa fascia rappresenta appena il 3% dell’offerta. Al contrario, i prodotti con prezzo superiore ai 20 euro al chilo sono saliti dal 17% al 47% in cinque anni. Questo significa che il cioccolato fondente è diventato un prodotto significativamente più caro, e in modo generalizzato.
In questo contesto, le promozioni continuano a svolgere un ruolo importante nel contenere i rincari. Il risparmio medio garantito dagli sconti è rimasto stabile nel tempo, passando dal 15% nel 2021 al 18% nel 2025. Per chi acquista in modo attento e approfitta delle offerte, è ancora possibile risparmiare qualcosa senza rinunciare alla qualità.
L’impennata dei costi all’origine del cacao ha portato rincari anche sul prezzo al consumo del cioccolato. Gli aumenti dei prezzi al dettaglio, però, sono stati più contenuti rispetto agli aumenti della materia prima, segno che una parte dell’impatto è stato assorbito lungo la filiera. Non è da escludere, però, il proseguimento dei rincari per il cioccolato anche per i prossimi mesi.