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Cina, la pizza made in Italy è servita

Con l'apertura a Shanghai di un punto a marchio dell'azienda Roncadin i consumatori asiatici possono godere sia del prodotto tipo "americano" che di quello tipicamente italiano

Roma- Non solo pizza alta, di tipo “americano”, ma anche quella con base sottile. Ora i cinesi sono accontentati. Per loro non rimane che l’imbarazzo della scelta. A soddisfare la richiesta di mercato del Paese del Dragone ci ha pensato Roncadin, azienda friulana specializzata nella produzione pizze surgelate di alta qualità, aprendo il primo punto vendita a marchio nel centro di Shanghai. L’idea è nata dal fatto che ultimamente la pizza con base sottile è ricercatissima dai consumatori asiatici, ma è servita solo da ristoranti italiani a un prezzo alto.

Ecco dunque la decisione di proporre un prodotto tipicamente italiano, ma a un prezzo più abbordabile rispetto al ristorante, da consumare comodamente a casa propria. Da qui l’apertura di un punto vendita monomarca in un business center di Shanghai a marchio Roncadin, gruppo noto per essere stato il primo produttore ad esportare a proprio marchio in Cina sul principale sito di e-commerce cinese che fa parte del gruppo Alibaba.

«I cinesi adorano tutto quello che è Made in Italy, in quanto viene considerato sinonimo di qualità –afferma Dario Roncadin, amministratore delegato della Roncadin Spa–. La nostra pizza è apprezzata, in Italia come all’estero, proprio perché puntiamo molto sia sulla modalità di preparazione, sia sugli ingredienti. È realizzata con lunghi tempi di lievitazione naturale (da 5 a 24 ore), cottura in forno a legna e farcitura manuale. Abbiamo anche un brevetto esclusivo, che rende la nostra pizza unica al mondo. L’impasto- spiega l'amministratore delegato-  non viene steso, come accade di solito con i metodi tradizionali di laminazione industriale, ma suddiviso in piccole palline. Con un’unica operazione di pressatura a caldo, si ottiene da ognuna una base per la pizza che è molto più sottile rispetto alle altre pizze surgelate».

Roncadin spiega ancora che per funzionare il prodotto ha dovuto adattarsi alle abitudini peculiari del mercato cinese, che presenta una differenza non da poco: il metodo di cottura. «Il problema che abbiamo incontrato è che nelle case cinesi non si usano i forni, anzi molto spesso non si possiedono nemmeno. È stato quindi messo a punto un sistema di cottura alternativo al forno, che consente di cuocere la pizza in padella preservandone sapore e croccantezza.».
La pizza deve essere messa ancora surgelata sulla padella, coperta e cotta a fuoco lento per otto-dieci minuti.

L’idea si è rivelata vincente, tanto che il partner commerciale di Roncadin in Cina ha deciso appunto di aprire dei punti vendita monomarca. Il primo punto di ristoro firmato Roncadin ha aperto i battenti da giugno in un edificio che fa parte di un business center di Shangai, la Zhong Rong Jasper Tower e sta avendo un ottimo successo, tanto che già si parla delle prossime aperture. «Si tratta di una sorta di gastronomia di alto livello, in cui le pizze vengono cucinate al momento e servite, ma sono anche vendute in astuccio per il consumo a casa –spiega sempre Dario Roncadin–. Le pizze vengono cucinate nel forno per essere consumate sul posto, mentre chi le acquista in astuccio riceve istruzioni su come cucinarle. Spieghiamo con attenzione come funziona la cottura, così che i clienti possano degustare il prodotto assaporandolo al meglio».

Oltre alla cottura in padella anziché in forno, ci sono altre curiosità sul consumo della pizza in Cina: «Di solito in Cina la pizza non è considerato un pasto, ma una sorta di aperitivo o anche merenda. Per questo una pizza viene divisa tra più persone, consumata prima del riso o dei piatti tradizionali oppure in abbinamento ad altri piatti occidentali come la pasta. Per quanto riguarda le varietà, tra quelle che vendiamo in Cina la preferita è la Vegetariana, seguita da Quattro formaggi e Margherita» conclude Roncadin.

in data:02/09/2014

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