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Dop&Igp: aumentano i consumi nella grande distribuzione. Italia sempre in testa per i riconoscimenti di qualità

Secondo il rapporto Qualivita nel 2015 sono cresciute del +5,1% le vendite in valore dei prodotti a denominazione nella Gdo contro una crescita di un 1,9% dell'intera categoria di quelli a peso fisso. Leadership con 814 prodotti food e wine

Roma- Niente paura per le Dop e Igp italiane, tanto per richiamarsi a un titolo di una canzone del cantautore emiliano Ligabue: le Dop e Igp tricolore sono e restano, a livello mondiale, in testa anche nel 2016 per numero denominazioni. Il bollino di certificazione è del consueto annuale rapporto di settore della Fondazione per la protezione e la valorizzazione dei prodotti agroalimentari di qualità Qualivita capeggiata dal suo leader indiscusso Mauro Rosati. La leadership, dati alla mano e secondo i responsabili dello studio, è accreditata da un primato di   di 814 prodotti Food e Wine con 13,8 mi­liardi di euro di valore alla produzione nel 2015, per una crescita del +2,6% su base annua e un peso del 10% sul fatturato totale dell’industria agroalimentare nazionale. Ma c’è di più: dall’analisi emerge inoltre che le Indicazioni Geografiche hanno un valore all’export di 7,8 miliardi di euro, pari al 21% delle esportazioni del settore agroalimentare e un trend positivo che sfiora la doppia cifra con un +9,6%. Insomma tutti risultati che fanno gongolare il Belpaese anche perché soddisfazioni arrivano anche da consumo interno nel canale della  Grande distribuzione organizzata: nel 2015 sono cresciute del +5,1% le vendite in valore dei prodotti Food Dop Igp a peso fisso, incremento decisamente più sostenuto di quello rilevato per l’intera categoria dei prodotti agroalimentari a peso fisso nella Gdo (+1,9%).

Per il Wine l’incidenza dei vini certificati presso la Grande Distribuzione, senza considerare gli spumanti, sfiora invece il 75% delle vendite in valore per un giro d’affari di 1,3 miliardi di euro. Insomma tutti risultati che fanno lanciano segnalali di ottimismo tanto da fa organizzare in Italia il prossimo 11 e 12 aprile a Parla l’assemblea mondiale delle Dop e Igp come annunciato dall’assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna Simona Caselli con un videomessaggio nel corso della presentazione romana del rapporto. Il settore dell'olio- invece- come dichiara il presidente dell'Unaprol Davide Granieri- può contare di 42 dop alle quale si sono aggiunti i riconoscimenti delle indicazioni geografiche Toscano, della Sicilia, della Calabria e si attendono quelli per Puglia, Marche, Campanie e Lazio. Nel 2015 gli oli di oliva Dop e Igp hanno un valore alla produzione di 71 milioni per un incidenza del 1,1% sul totale del comparto food.

Dal punto di vista della radiografia territoriale gli areali di produzione delle denominazioni coinvolgono tutto il Paese, ma la maggiore concentrazione risulta essere nelle aree del Nord-Est e Nord-Ovest - con il 20% delle province italiane che copre oltre l’80% del valore economico complessivo. In particolare nel comparto agroalimentare Parma, Modena, Reggio nell’Emilia - confermano l’importanza della Food Valley emiliana, grazie al numero di filiere Dop Igp (34) che insistono nel territorio e all’entità del valore economico delle produzioni maggiori (Parmigiano Reggiano Dop, Prosciutto di Parma Dop e Aceto Balsamico di Modena Igp). Nel comparto Wine, è il “Sistema Prosecco” a determinare il maggiore impatto sul territorio di Treviso e Verona seguono poi le province di Siena, Cuneo, Asti e Firenze areali di produzione delle “denominazio­ni storiche” toscane e piemontesi.

Dal monitoraggio  la produzione del certificato Dop e Igp è di 6,35 miliardi di euro, in leggera flessione rispetto al dato consolidato 2014 (-1,5%), mentre al consumo registra un aumento del +1,7% che attesta il dato totale a 13,3 miliardi di euro (corrispon­dente al 10% della spesa complessiva destinata dalle famiglie italiane ai generi alimentari). Sui mercati esteri il volume d’affari conseguito con l’export del Food italiano Dop Igp, raggiunge nel 2015 i 3,1 miliardi di euro (+17% su base annua): risultato considerevole rispetto alla pur consistente crescita del +7,8% delle esportazioni complessive dell’agroalimenta­re nazionale.  Per quanto riguarda il wine si registra una produzione certificata di 2,84 miliardi di bottiglie e un valore alla produzione dello sfuso di 7,4 miliardi di euro (+5,8%), risultati che, insieme all’aumento del valore all’export del +7,7%, sono sostenuti in particolare da trend del “Sistema Prosecco” che con un +57% sul 2014 stima un valore alla produzione dello sfuso di oltre 600 milioni di euro.

Infine viene riportato che superano i 32 milioni di euro le risorse investite in comunicazione dai Consorzi di tutela del comparto Food, destinate soprattutto a Tv, stampa e partecipazione a fiere, in particolare nazionali. Il 67% degli investimenti è destinato alla comu­nicazione in Italia e il restante 33% verso l’estero. Circa un Consorzio su tre ha almeno un profilo sui Social Network Sites per un pubblico che sfiora i 2 milioni di utenti Facebook e 4 milioni di visualizzazioni su Youtube. Intanto è stata annunciata, da parte del Mipaaf, che da prossimo mese di aprile, partirà una campagna di sensibilizzazione e promozione delle produzione a denominazione su Tv e media.

in data:07/02/2017

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