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L'indirizzo

Doppio, “pecora nera” di qualità nel cuore di Trastevere

Nel verace rione capitolino lo chef stellato Giuseppe Di Iorio apre il ristorante dove il km 0 sfida la cucina popolare del quartiere

Roma- Atipico perché non è verace come richiede il quartiere dove è nato. Curato nel gusto, nell’arredamento e nel bel servizio dei piatti serviti tanto da portare in confusione il turista e lo stesso romano che sceglie Trastevere per trascorrere una sera da “mangia e bevi” tipicamente e assolutamente capitolina fatta di ricette della tradizione. Insomma una vera “pecora nera” nel cuore delle strade della città eterna che trasudano romanità in ogni angolo di via del rione. Tutto questo è Doppio (Via Natale del Grande 42), creatura dello chef stellato Giuseppe Di Iorio che ha offerto la propria consulenza e del proprietario Fabrizio Agostini, che ha deciso di aprire, insieme a Maurizo Pontillo e Rinaldo Ruffini e  a due passi da Piazza San Cosimato,  un ristorante che già profuma di stella.  La scelta convince per prima cosa per il numero di coperti (solo trenta) e per il livello di qualità che si vuole tenere molto alto con una scelta di ingredienti di primissima qualità utilizzando la formula del fortunato e consolidato Km 0.  Ecco quindi che la possibilità del successo individuato appare più che azzeccato per dirla in dipietrese proprio perché la cucina di alto livello volta alla ricerca di sapori inediti va a sfidare la veracità alimentare proposta a Trastevere.

Andando al sodo il menù, firmato da Di Iorio e interpretato da una brigata guidata da Maurizio Bianchi, chef con un'esperienza alle Calandre e al ristorante giapponese Sushi B di Milano, propone portate “della Tradizione” e stagionali. Una volta quindi scelto Doppio e seduti a tavola, tra antipasti, primi e secondi,  ci sarà da provare e assolutamente da non perdere il  polpo arrostito con variazione di peperoni e l'uovo croccante su crema di patate e porri con tartufo nero estivo. Tra i primi invece da non sottovalutare il  risotto con gamberi rosa dell'Argentario e zucchine romane, il fresco tagliolino con datterini, alici di Gaeta e arancio candito e il partenopeo Fusilloro Verrigni con ragù di agnello e pomodorino giallo del Vesuvio.  Ghiotta e preziosa anche la proposta dei secondi in carta con il fegato di vitello con cipollotti dolci, fagiolini e mousse di tzatziki; bocconcini di anatra cotta nel brodo di orzo tostato a bassa temperatura, verdure saltate e aria di caffè e  la  spigola dorata al sesamo e cavoletti al burro di capesante.  Da non trascurare infine i dolci con la crostatina di lamponi e tonka, il Roma-Havana 8700 km andata e ritorno e il classico “7 Veli” a modo mio.

Tutto il resto poi a fare la differenza è la location caratterizzata da soffitti a volta con mattoni a vista pareti bianche accompagnati da quadri dell'artista trasteverino Renato D’Ambrosio e da una cantina a vista con una scelta di 250 etichette.

Gianluca Pacella

in data:19/09/2017

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