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E' legge di Stato la "Salva Olio"

Approvate in sede legislativa dalla commissione Agricoltura della Camera dei Deputati le norme sulla qualità e la trasparenza della filiera

Roma - Il disegno di legge Mongiello, che reca le norme sulla qualità e la trasparenza della filiera degli oli di oliva vergini è definitivamente legge dello Stato italiano. La commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, presieduta da Paolo Russo (Pdl), ha approvato in sede legislativa, relatore Nicodemo Oliverio (Pd) il testo della proposta di legge, già licenziato dal Senato. La commissione agricoltura di Palazzo Madama, presieduta da Paolo Scarpa (Pdl), aveva approvato in sede deliberante il testo varando norme innovative contro i fuorilegge dell’olio e i contraffattori dell’extra vergine.

La legge, ricorda Unaprol è stata ispirata da un articolato normativo presentato da Coldiretti, Fondazione Symbola e Unaprol nei primavera di quest’anno. La proposta, nel suo complesso, interpreta una nuova sfida sul piano della trasparenza e della tutela del reddito delle imprese olivicole e può rappresentare un’opportunità per il sistema della buona rappresentanza dell’industria seria di questo Paese.
“Il sistema olivicolo – oleario italiano- ha detto il presidente dell'Unaprol Massimo Gargano  una grande biodiversità con una propensione per la qualità che ne hanno fatto un unicum nel panorama mondiale. Per questo va difeso con norme che assicurino trasparenza del mercato e correttezza nei confronti dei consumatori”. “Nella competizione globale – ha poi aggiunto  – le imprese olivicole italiane hanno bisogno di recuperare come elemento di competitività il legame con il territorio e l’origine certa del prodotto. Un binomio indissolubile - ha poi aggiunto - che non può essere confuso sullo scaffale con la logica del discount e del tre x due. L’identità dell’olio italiano è sotto schiaffo. Le frodi e le sofisticazioni, valutate in oltre 100milioni di € nell’ultimo anno nel nostro Paese, mettono a rischio un patrimonio ambientale con oltre 250 milioni di piante sul territorio nazionale che garantisce un impiego di manodopera per oltre 50 milioni di giornate lavorative all’anno e un fatturato di oltre 2 miliardi di euro. La produzione nazionale si concentra in Puglia (35 per cento), Calabria (33 per cento), Sicilia (8 per cento), Campania (6 per cento), Abruzzo (4 per cento), Lazio (4 per cento), Toscana (3 per cento) e Umbria (2 per cento). Sono 43 gli oli italiani a denominazione di origine riconosciuti dall’Unione Europea. Nel 2011, L’arrivo in Italia di olio di oliva straniero ha raggiunto, il massimo storico di 625mila tonnellate e ha superato la produzione nazionale calcolata dall’Istat a circa 546mila tonnellate.

L’Italia è il primo importatore mondiale di olio che per il 74 per cento - precisa  Unaprol - viene dalla Spagna, il 15 per cento dalla Grecia e il 7 per cento dalla Tunisia. Nel 2011 - sottolinea l’osservatorio economico Unaprol - si è dunque verificato un ulteriore aumento del 3 per cento nelle importazioni di olio di oliva dall’estero che sono quasi triplicate negli ultimi 20 anni (+163%), inondando i mercati in Italia e nel resto del mondo con prodotto etichettato fraudolentemente come made in Italy.
“In quest’ottica – ha poi concluso Gargano – la legge, appena approvata dal Parlamento, crea una barriera di anticorpi a favore delle imprese olivicole italiane e conferisce alle aziende serie di questo settore l’opportunità di alimentare la catena del valore intorno al prodotto simbolo del made in Italy nel mondo ed ai consumatori di fare acquisti consapevoli”.

“Mai più imbrolio, la qualità dell’olio italiano da oggi in poi- ha commentato Paolo Russo, presidente della commissione Agricoltura- sarà tutelata da una legge che garantisce provenienza e marchi del nostro oro giallo.
“Hanno prevalso  - ha sottolineato Russo – la ratio  e l’azione strategica di una misura approvata nonostante  gli obiettivi elementi di criticità rilevati soprattutto in tema di coordinamento del testo e di entrata in vigore”.  
“Il messaggio che il Parlamento ha voluto lanciare – ha evidenziato il presidente della Commissione Agricoltura – è chiaro ed univoco. I prodotti che fanno della qualità italiana una bandiera rappresentano un contesto che va ben oltre quello meramente produttivo. Sono l’emblema di territori e paesaggi, di tradizioni culturali ed agroalimentari che si tramandano da generazioni e che sono nel dna del nostro Belpaese”.
“Ad aver vinto contro gli altri settori non è stata  l’agricoltura ma l’italianità, il made in Italy, quello stile esclusivo, insomma, costituito da produzioni agricole, turismo, capacità ricettiva, qualità e gusto. Più olio italiano – ha concluso Russo – significa più salute, più agricoltori e consumatori più soddisfatti” .

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in data:18/12/2012

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