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Food Mania

Frutta secca, nuova frontiera del piacere enogastronomico

Complice i momenti di consumo conviviale come l'aperitivo, gli happy hour e le festività cresce l'utilizzo dell'ingrediente in cucina con un complessivo miglioramento economico del settore

Roma- Tutti ghiotti di frutta secca. A parlare sono i dati economici, ma anche le occasioni di consumo. Se infatti mandorle, uva sultanina, pistacchi, noci e nocciole sono i prodotti preferiti nel nostro Paese, un’analisi delle occasioni di consumo ci aiuta a comprendere l’evoluzione della frutta secca nel vissuto degli italiani. Secondo recenti stime a primeggiare con il 32% è l’aperitivo/happy hour, che vede dominare arachidi, mandorle e semi tostati. Segue l’uso come ingrediente in cucina (29%): qui pinoli, uva sultanina, noci, nocciole e anacardi sono protagonisti. Viene inoltre segnalato che anche se la destagionalizzazione è un trend ormai consolidato, con il 21% le festività di fine anno si confermano un periodo di forte e tradizionale consumo soprattutto di fichi, noci in guscio e datteri. Tutto questo senza dimenticare le finalità dietetiche e salutistiche (12%) che associamo in particolare alle prugne disidratate e denocciolate e il successo dei prodotti proposti come snack da consumare durante la giornata (4%). Chiude con il 2% l’utilizzo in pasticceria.

Anche la frutta secca in versione snack va forte, soprattutto tra i  ragazzi. A confermarlo è una recente indagine di Astra Ricerche, che rileva come soprattutto gli 11-14enni mostrino un forte interesse per la frutta secca in guscio (il 42,8% la consuma più volte alla settimana) e per quella disidratata (con il 30,7% di altoconsumanti).

La crescita delle vendite del settore è stata invece del 9,4 nel 2016 rispetto all’anno precedente. Il giro d’affari (dati Iri Infoscan Census), riferito all’annualità terminante a giugno 2016,  è  di 625 milioni di euro a valore e 52.460 tonnellate (+4,4%). A rilevare i dati del successo è  Nucis Italia, l’associazione delle principali aziende del settore nata per promuovere benefici e consumi di questi alimenti. Basso però continua ad essere il consumo medio pro capite, attestato in Italia su 1,5 kg complessivi, un dato- si legge in una nota- inferiore alla media europea e ben lontano da Paesi come Usa, Regno Unito, Germania e Francia, ma che fa credere che i margini di crescita in Italia possono essere ancora molto interessanti.

in data:17/11/2016

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