Ti informiamo che, per migliorare la tua esperienza di navigazione questo sito utilizza dei cookie. In particolare il sito utilizza cookie tecnici e cookie di terze parti che consentono a queste ultime di accedere a dati personali raccolti durante la navigazione. Per maggiori informazioni consulta l’informativa estesa ai sensi dell’art. 13 del Codice della privacy. L'utente è consapevole che, proseguendo nella navigazione del sito web, accetta l'utilizzo dei cookie.

Home » Gli imprenditori del Gusto » Italo Bassi: “La mia famiglia mi segue in tutte le mie esperienze. Nel futuro potrebbe esserci Roma”

Gli imprenditori del Gusto

Italo Bassi: “La mia famiglia mi segue in tutte le mie esperienze. Nel futuro potrebbe esserci Roma”

Il Tre stelle Michelin ed ex chef dell’ Enoteca Pinchiorri di Firenze, dopo il ConFusion di Verona, apre in Costa Smeralda a Porto Cervo con una proposta basata sulla tradizione italiana arricchita da ingredienti pregiati derivanti da diverse culture

Ha aperto qualche giorno fa il suo nuovo ristorante in Costa Smeralda, ma non nasconde che nel futuro potrebbe esserci Roma. Intanto dopo la quasi trentennale esperienza con la stellata Enoteca Pinchiorri di Firenze il Tre Stelle Michelin Italo Bassi si gode il frutto del suo impegno e della sua professionalità con i suoi due locali: il ConFusion di Verona e il Confusion boutique Restaurant di Porto Cervo collocato di fronte al Porto Vecchio nell’esclusivo scenario della Promenade du Port della località sarda.  Insomma lo chef executive con un trascorso a fianco di Igles Corelli al Trigabolo di Argenta e all' Antica Osteria del Teatro e attuale team leader della  Boscolo Etoile Academy è pronto a vincere una nuova sfida ristorativa da  350mq  in una terra a lui cara con una proposta basata sulla tradizione italiana arricchita da ingredienti pregiati derivanti dalle diverse culture gastronomiche.

Chef, ha deciso di mettersi in proprio dopo un lungo periodo di lavoro alla stellata Enoteca Pinchiorri di Firenze. Qual è stata la molla che portato all’apertura di un suo ristorante: la necessità di nuovi stimoli, la possibilità di un business maggiore o semplicemente una sfida con se stesso?

“In primis l'amore per mia moglie Tatyana, che è stata la molla che mi ha spinto ad aprire a Verona, città dell'amore. Sicuramente poi si tratta di una bella sfida con me stesso, è arrivato il momento di mettermi in gioco come cuoco tramite le mie esperienze professionali, ma anche manageriali. Mi chiami cuoco però, amo il mio lavoro e mi piace stare sia davanti ma anche dietro ai fornelli”.

Adesso ha deciso di raddoppiare. Perchè ha scelto proprio la Sardegna e Porto Cervo?


“La Sardegna rappresenta per me una terra cara e con grande potenzialità. A livello professionale ha molto da proporre e da dare, oltre ad essere una vetrina internazionale”.

In che cosa si differenzia la sua cucina

dagli altri chef?


“La cucina di Confusion è diversa da qualsiasi altra perchè unisce la grande tradizione italiana e la contaminazione delle altre, soprattutto asiatiche. E' una cucina di ricordi, di viaggi, molto personale, per questo abbiamo scelto il termine Con-Fusion, la massima fusione di stili”.

Lei comunque oggi con l’apertura di due locali non può essere considerato solo uno chef, che cosa significa essere imprenditore del gusto e che sacrifici e impegni comporta?

“Mi ritengo in primis un cuoco perchè amo stare ai fornelli e ho fatto di una passione una vera professione. Con questa passione, un semplice dipendente è limitato e quindi sono passato al gradino successivo, da imprenditore, un impegno a  360 gradi e una forte responsabilità verso clienti e collaboratori, che scelgo però in base a chi crede davvero nel progetto. Bisogna occuparsi anche al massimo dell' organizzazione del lavoro proprio e altrui: non ci sono più limiti di tempo, ma ora la mia famiglia mi segue in tutte le mie esperienze”.


Che idea si è fatto dell’eccesiva eccitazione che ruota intorno al mondo del food e delle cucine?

“E' un bene che ha fatto parlare molto di noi ma bisogna non arrivare all' esasperazione. Ora le persone sono più informate, curiose e attente, ed è un bene, ma anche più critiche ed esigenti”.



Da cuochi a chef a Divi mediatici e Pop, il pericolo non è quello di mandare messaggi sbagliati sul settore?. Lei che pensa?

“E' un tema molto discusso e soggettivo, dipende molto dalle persone. Il messaggio da mandare dovrebbe riguardare la passione nel realizzare un piatto, ma si rischia di traviare il concetto”.

Stampa e programmi tv di settore abbondano e crescono a dismisura. Non crede che il troppo storpia? E come giudica il loro operato?

“Come in tutte le mode si parla di un trend, con tutti i suoi eccessi”.



Oltre al nuovo ristorante in Sardegna che bolle in pentola, ci regali un’anticipazione?

“La città eterna, perchè no?”

 

in data:29/06/2016

Cerca

Multimedia

  • video

    Tg Agricoltura. Edizione 4 luglio

  • foto

    Binomio, a Roma arriva la cucina all day long nata in Catalogna

  • video

    Tg Agricoltura. Edizione 27 giugno