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Odore di crisi per il mercato del vino

I primi dati sul 2013 di Wine Monitor di Nomisma segnalano arretramenti in Cina, Canada, Brasile e Giappone. Diversi i motivi che segnano una diminuzione commerciale nei singoli Paesi

Roma- Prime battute di arresto per il vino nel mondo. A segnalare un arretramento commerciale in alcuni importanti mercati come Cina, Canada, Brasile e Giappone è l’osservatorio Wine Monitor di Nomisma con la pubblicazione dei primi dati relativi al 2013.
Per quanto riguarda la Cina, dopo una crescita esponenziale degli acquisti di vini stranieri da parte dei consumatori cinesi passati nell'arco di un ventennio da 1,7 milioni a 1.170 milioni di euro, il 2013 mostra un calo rispetto all'anno precedente di quasi il 5 per cento.
Sul fronte dei volumi, la percentuale di riduzione e' piu' o meno simile: 4,4 per cento a fronte di 3,77 milioni di ettolitri contro i 3,94 milioni, sempre riferiti al 2012.

Negli Stati Uniti le importazioni sono diminuite sul fronte dei volumi (-6% misurato in euro), ma il calo ha riguardato solamente gli sfusi, tant'e' vero che sia sul versante dei fermi imbottigliati che degli spumanti/frizzanti si e' registrata una crescita (rispettivamente del 3% e 9%) che si e' riflessa anche sui valori (+3% e +2%). La perdita a livello complessivo e' dipesa dal fatto che gli sfusi pesano sui volumi totali di vino importato per quasi un terzo. In Brasile, rivela l'osservatorio di Nomisma, il calo ha interessato tutte le tipologie: dai fermi imbottigliati (-6% in valore rispetto al 2012), agli spumanti/frizzanti (-11%) e agli sfusi (-34%). Nel caso del Giappone, a fronte di una diminuzione nei valori dell'import totale di vino (-4%) si e' registrato all'opposto una crescita nei volumi (+2%). In particolare, sono diminuite le importazioni in valore di vini fermi imbottigliati e spumanti, rispettivamente, del 3 per cento e 9 per cento.
In Canada si e' manifestato un leggero arretramento dell'1 per cento sia nei valori che nei volumi complessivi di import di vino. In tale scenario, l'Italia e' riuscita ad incrementare i propri flussi di export sia per quanto riguarda i fermi imbottigliati che gli spumanti. In particolare, rispetto a quest'ultima tipologia, si e' registrato un aumento del 3 per cento in valore e del 9 per cento nelle quantita'. Infine la Russia, l'unico mercato tra quelli considerati dove l'import di vino ha messo a segno una crescita non indifferente: piu' 12 per cento a valore, a fronte di un piu' 2 per cento nei volumi. Anche in questo mercato i vini italiani hanno conquistato ulteriori posizioni, a seguito di un incremento nei flussi di vino esportato superiore al 20 per cento, sia nei valori che nelle quantita'. Nel caso degli spumanti, l'import dall'Italia e' aumentato del 49 per cento in termini economici, a fronte di una crescita del 43 per cento nei volumi, consolidando cosi' la leadership detenuta dal nostro paese in tale segmento, con una quota oggi pari al 63 per cento dell'import di spumante in Russia, contro il 27 per cento della Francia. In generale, circa i motivi dell'arretramento "a ben guardare spiega Denis Pantini, direttore dell'area agroalimentare di Nomisma e project leader di Wine Monitor - non esiste una causa comune, ma diversi fattori che hanno inciso in maniera differente nei singoli mercati. A parte la forte svalutazione nei confronti dell'euro che ha interessato molte valute, come il real brasiliano o lo yen giapponese, l'unico elemento che sembra accomunare quasi tutti i paesi considerati e' l'elevato calo nei quantitativi di vino sfuso importato - ha concluso - derivante anche da una minor disponibilita' di prodotto che, come si ricordera', ha visto nel 2012 toccare i livelli piu' bassi degli ultimi dieci anni".

in data:10/02/2014

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