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Quote latte, l’Unione europea non fa sconti all’Italia

Pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il procedimento di infrazione relativo alla proroga del pagamento delle multe di settore

Roma - Sulle quote latte niente sconti all’Italia. Sembra essere questo il messaggio che arriva da Bruxelles con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale europea del 10 febbraio di un procedimento formale di infrazione dovuto alla decisione dell’Italia di concedere una proroga al pagamento delle rate relative alle multe sulle quote latte, provvedimento considerato aiuto di Stato. Ora l'Italia ha un mese di tempo per rispondere con proprie ragioni all'esecutivo europea ed evitare così che la procedura di infrazione diventi operativa.

In particolare la Commissione dell’Unione europea invita l’Italia a fornire qualsiasi informazione utile, in relazione alla proroga di sei mesi, ossia al 30 giugno 2011, del pagamento della rata delle multe sul latte in scadenza al 31 dicembre 2010.

Nel dettaglio la nuova proroga è considerata dalla Commissione come una violazione del meccanismo concordato con l'Italia nel 2003, che consentiva allo Stato di anticipare il pagamento delle multe a Bruxelles, per poi farsi rimborsare (entro 14 anni) con una serie scadenzata di rate senza interessi dagli allevatori responsabili degli 'sforamenti' delle quote latte per il periodo dal 1995-1996 al 2001-2002.

"Il rispetto delle scadenze delle rate è parte integrante di questo meccanismo: concedendo più tempo ai produttori inadempienti per pagare le rate in scadenza, il governo ha violato l'accordo", ha spiegato questo pomeriggio a Bruxelles una fonte qualificata dell'Esecutivo comunitario. La fonte ha ricordato che la procedura avviata contro l'Italia (secondo l'Art.108, par.2 del Trattato sul funzionamento dell'Ue) può concludersi entro 18 mesi con l'intimazione da parte della Commissione di sopprimere o modificare gli aiuti di Stato giudicati illegali. In caso, poi, di mancata esecuzione entro i termini stabiliti, l'Esecutivo Ue può adire direttamente la Corte europea di Giustizia. La decisione 2003/530/CE del Consiglio Ue, che consentiva i rimborsi rateizzati, stabiliva chiaramente che l'aiuto di Stato agli allevatori era "eccezionalmente considerato compatibile con il mercato comune a condizione che l'importo sia interamente rimborsato mediante rate annuali di uguale importo e che il periodo di rimborso non superi quattordici anni a decorrere dal primo gennaio 2004".

La normativa italiana sotto accusa è la legge 26 febbraio 2011, n. 10, che, convertendo il decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225, aveva introdotto la proroga all'articolo 1 (paragrafo 12). Il tormentone delle multe per gli sforamenti delle quote latte, che dura dalla metà degli anni '90 ed è costato finora oltre 4 miliardi di euro, è stato al centro di aspre polemiche fra le diverse forze politiche e le associazioni di categoria negli anni scorsi, con la Lega Nord schierata a favore degli allevatori inadempienti. La proroga concessa dal precedente governo e ora nel mirino di Bruxelles è stata interpretata, in questo contesto, come un favore di Berlusconi all'alleato leghista.

Duri i commenti delle organizzazioni agricole dopo l'ufficializzazione dell'avvio del procedimento di infrazione.

La pubblicazione- commenta Confagricoltura -  sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea dell’intenzione della Commissione di avviare nei confronti dell’Italia una procedura di infrazione “per aiuti di Stato a seguito della concessione con il Decreto legge n. 225/2010 della proroga del pagamento dei prelievi sul latte previsti dalle legge 119 del 2003 e dalla legge 33 del 2009” non è che l’autorevole conferma di quanto Confagricoltura va sostenendo in merito alla necessità di assicurare la corretta applicazione del regime delle quote latte.

In pratica, spiega Confagricoltura, la Commissione ritiene che la proroga concessa dall'Italia rappresenti un ingiustificato aiuto di stato a favore dei produttori interessati e quindi sia incompatibile con le norme europee in materia di concorrenza. La Commissione, anche alla luce delle osservazioni pervenute, prenderà una decisione che potrebbe comportare conseguenze negative, sia per l’Amministrazione, sia per i produttori di latte interessati.

Confagricoltura ribadisce inoltre la necessità di assicurare l’applicazione delle norme nel rispetto dei sacrifici sopportati da chi ha applicato le leggi e di chi, comunque, ha pagato le multe.

Non c'era - dice invece Coldiretti -  alcuna valida motivazione per una ulteriore proroga del pagamento delle multe che di fatto ha danneggiato gli allevatori che hanno creduto nello Stato e si sono messi in regola affrontando duri sacrifici economici. Ci siamo duramente opposti ad quella proroga che – conclude la Coldiretti - ha danneggiato gli interessi degli allevatori italiani che hanno rispettato le regole e che negli anni, proprio per questo motivo, hanno acquistato o affittato quote per un valore complessivo di 2,42 miliardi di euro.

“Oggi arriva dall’Europa - commenta Fedagri-Confcooperative un segnale forte per una rigorosa applicazione della normativa sulle quote latte finalizzata a porre fine a privilegi e impunità finora concessi in Italia ad una sparuta minoranza di irriducibili produttori inadempienti, che da sempre abbiamo denunciato”. “Fedagri, che ha sempre denunciato il continuo rinvio dei termini per il pagamento delle multe dovute per lo sforamento delle quote produttive, accoglie - continua l'organizzazione agricola -  con soddisfazione la presa di posizione della Ue, augurandosi che porti finalmente a ristabilire nel settore una equità competitiva nel rispetto della stragrande maggioranza dei produttori onesti”.

 "La storia delle quote latte - dice invece la Confederazione italiana agricoltori (Cia) -  deve finire e presto, ci è costata finora oltre 1,7 miliardi di euro, ai quali abbiamo contribuito tutti, compresi gli agricoltori".  "In questi anni si sono tutelati gli splafonatori - ricorda la Cia - il cui operato ha causato soltanto danni, mentre si sono ignorate le esigenze dei tantissimi agricoltori onesti che stanno vivendo una fase di grande crisi". La Cia aggiunge inoltre che si è sempre opposta alla proroga con la massima fermezza, perché ritenuta un vero sopruso e un atto di ingiustizia verso chi è stato alle regole nazionali e comunitarie. "La partita quote latte ha da troppi anni condizionato l'agricoltura italiana - conclude la Cia - la legge c'è facciamola rispettare".

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in data:10/02/2012

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