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Raddoppiata in venti anni la quota export della pasta made in Italy

La certificazione è di Aidepi, l'Associazione delle industrie del Dolce e della pasta Italiane, alla vigilia del 20mo World pasta Day

Roma- Parla sempre più italiano la pasta nel mondo. Secondo i dati diffusi da Aidepi, l'Associazione delle industrie del Dolce e della pasta Italiane alla vigilia del 20mo World pasta Day (Dubai, 25 ottobre), in 20 anni è raddoppiata la quota export della pasta made in Italy, passata da 740mila a 2 milioni di tonnellate e sono ormai 200 i paesi dove si consuma la pasta tricolore. In un mondo che ha voglia di pasta è italiano 1 piatto su 4. E il bilancio "mondiale" della pasta italiana sorride anche nei primi 7 mesi del 2018. In Germania, Regno Unito, Francia, Stati Uniti, prime 4 destinazioni dell'export di spaghetti &co e un peso di circa la metà sulla quota export totale di pasta, la crescita media delle esportazioni è stata del +8%, con punte del'11% in Francia. Allargando lo sguardo ai 5 continenti, le performance più rilevanti si registrano in Olanda, Polonia, Arabia Saudita, Australia, Corea del Sud e Ecuador. E, nel giorno dell'incontro tra il premier Conte e Vladimir Putin, si segnala l'ottima performance della Russia, dove nei primi 7 mesi del 2018 l'export di pasta segna una crescita del +72,5%, per un quantitativo di 20mila tonnellate non lontano dalla quota export complessiva del 2017 (23mila tonnellate).

La tipologia di pasta italiana più consumata è, naturalmente, quella di semola di grano duro, il formato più amato gli spaghetti. Ma accanto alla tradizione è boom delle tipologie legate a benessere e salute, con cui i pastai italiani puntano a consolidare la loro leadership: ed ecco la pasta integrale, biologica, senza glutine o con l'aggiunta di altri ingredienti, come legumi, spezie e superfoods (ceci, lenticchie, curcuma, grano saraceno, sorgo, amaranto, teff, etc). E ancora, quella a rapida cottura, pronta dopo soli 4 minuti nell'acqua bollente. Non è una pasta precotta, ma è ottenuta con particolari tecniche di lavorazione: è più ricca d'acqua rispetto alla pasta comune e quindi, a parità di peso, fornisce anche meno calorie. "In un mercato sempre più competitivo, con nuovi e più aggressivi concorrenti, possiamo vincere solo puntando sulla qualità, anche perché la pasta italiana fa da volano ad altri comparti chiave del Made in Italy, come olio, formaggio e pomodoro - spiega Luigi Cristiano Laurenza, Segretario generale dei pastai di Aidepi. Grazie all'innovazione, oggi possiamo affermare che c'è un piatto di pasta per tutti, su misura di gusto e esigenze nutrizionali individuali, realizzato con la qualità che il mondo ci riconosce. Festeggeremo questo prodotto straordinario anche a Dubai, dove il World pasta Day sarà l'occasione per presentarlo al mercato asiatico e mediorientale come il cibo perfetto per tutti, vero e proprio alimento del futuro, che unisce al gusto e convivialità anche un approccio al cibo nel segno del benessere e della sostenibilità". E in Italia? Ci confermiamo i maggiori consumatori al mondo di pasta (23kg procapite/anno), dove la mangiano tutti, o quasi (99%) i nostri connazionali, in media circa 5 volte a settimana. Con una curiosità: il 46% la considera come l'alimento preferito, per ragioni di gusto o di salute (Dati Doxa-Aidepi). E infatti, nell'ultimo anno le varianti salutistiche di pasta (integrale, bio, senza glutine, kamut, farro, con semole speciali, etc) hanno mostrato tassi di crescita vicini al 12%, con punte del 18% nel caso della pasta integrale. Anche se nei volumi il peso della pasta di semola tradizionale rappresenta ancora l'85% del mercato (elaborazioni Aidepi 2017)

in data:24/10/2018

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