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Ue, sui cibi clonati è ancora nulla di fatto

Fallito il primo negoziato tra il Parlamento europeo e la Commissione di Bruxelles. Ora si spera in un accordo prima del 28 marzo

Roma - Il primo round sui cibi clonati è finito all’alba di oggi con il nulla di fatto. Ora il secondo tempo tra il Parlamento europeo e la Commissione di Bruxelles si giocherà la prossima settimana per giungere ad un accordo definitivo entro il 28 marzo. Sul tavolo delle trattative il regolamento su nuovi prodotti alimentari e sulle regole che dovranno essere rispettate per commercializzare in Europa i prodotti alimentari derivanti dalla discendenza di animali clonati.

Il duello tra gli eurodeputati e la Commissione europea è quindi sull'obbligo di tracciabilità e di etichettatura, che consentirebbe ai consumatori finali di sapere se i cibi che acquistano derivano da discendenti di animali clonati e di decidere se consumarli o meno.  Allo stato attuale delle cose l'esecutivo comunitario, e nello specifico il commissario alla Salute e Protezione dei consumatori, John Dalli, è  contrario a una normativa che imponga l'etichettatura obbligatoria, ed è in questo periodo è riuscito a fermare il tentativo, ottenendo il sostegno di alcuni Stati membri. Il Parlamento chiedeva all'inizio la messa al bando di tutti i prodotti (gli alimenti, ma anche il seme e gli embrioni per la riproduzione) derivati dai cloni, dalla loro prole (la prima generazione) e dai loro discendenti.  Ora le sue posizioni sono leggermente modificate e chiede di sottoporre questi prodotti almeno all'obbligo di tracciabilità ed etichettura.   Al momento la maggioranza del Consiglio Ue, a partire dalla Francia e compresa l'Italia, sarebbe favorevole, ma le nazioni contrarie (Gran Bretagna, Paesi nordici, Olanda, Estonia, Germania e Spagna) formano una minoranza di blocco che impedisce la maggioranza qualificata richiesta.

Sul risultato, per ora negativo della trattativa, Gianni Pittella (Sd), vicepresidente vicario e responsabile per la conciliazione del Parlamento europeo ha fatto notare che il Parlamento europeo europeo ''è rimasto unito, non ha accettato un accordo al ribasso sulla clonazione, rifiutando la proposta del Consiglio che non dava garanzie sufficienti ai consumatori e ai produttori europei''. ''Gli Stati membri – ha aggiunto - sono rimasti arroccati su posizioni non accettabili che rispondono a condizionamenti commerciali''.

Le speranze di trovare una via di uscita e un accordo - si legge in una nota -  restano. Si spera infatti che gli Stati rivedano la loro posizione, in vista del negoziato che  riprenderà per un ultimo tentativo di accordo il 23 marzo, con la prospettiva di arrivare alla conciliazione vera e propria il 28 e 29 marzo anche perché, in mancanza di un’intesa entro la fine di marzo la proposta sul tavolo relativa alla normativa "Novel food" non avrebbe più valore giuridico. Resterebbe quindi in vigore il regolamento attuale che non impedisce l'arrivo di cibi clonati sulla tavola degli europei.

Il confronto in sostanza è basato, in attesa che Bruxelles ufficializzi una regolamentazione sulla clonazione alimentare, sulla proposta avanzata dal Parlamento Ue che chiede garanzie in materia di clonazione degli alimenti tramite un sistema di tracciabilità finalizzata all'etichettatura della carne o ad un divieto di consumo dei prodotti derivati da animali clonati almeno fino alla quarta generazione.

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