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Vignaioli San Miniato, la qualità nasce dall'unione dei produttori

Aziende e cantine della località della provincia pisana continuano nella loro azione di sinergia per affermare il territorio il territorio enologico ancora poco conosciuto dai wine lovers

Pisa- Non solo tartufo, ma anche vino di qualità. San Miniato, terra toscana nota per il famoso tubero ma ancora poco conosciuta ai wine lovers e ai turisti in generale per il suo vino,  prova a vincere la partita enologica in una regione dove certamente la concorrenza non manca.  Ecco allora che i vignaioli del territorio, già da qualche anno, hanno deciso di unire le forze tanto da costituire l’associazione dei vignaioli di San Miniato. La sfida della promozione- spiegano gli stessi produttori-  è  tutta basata sulla loro stretta collaborazione e sulla volontà di tutti gli aderenti di voler far emergere un territorio ricco di bellezze culturali, naturali e storiche con la presenza del Museo Piaggio che abbinato al savoir faire enologico può regalare una buona risposta commerciale grazie alla produzione dell’intramontabile  Sangiovese e di autoctoni come il Canaiolo, il Colorino ed il Trebbiano, Malvasia Bianca, San Colombano, Canaiolo Rosa e la Malvasia Nera.  Non mancano però varietà alloctone quali il Cabernet; Merlot e Syrah.  Il jolly è invece il Tempranillo, vino che ha le proprie origini negli antichi viaggi dei pellegrini sulla Francigena e che più comunemente è conosciuto per essere un vitigno rosso coltivato in modo estensivo in Spagna.  

Le premesse quindi sembrano esserci tutte per conquistare la giusta dimensione nazionale e l’attenzione degli influencer internazionali. E anche la squadra che si è riunita nell’associazione dei  vignaioli di San Miniato senza ombra di dubbio ha il giusto pedigree per confermare le aspettative che nascono dalle varietà presenti sul territorio. Visitando le aziende, grazie al supporto della sezione regionale del Movimento turismo vino, si scoprono realtà vivaci nella guida aziendali e nella voglia di proporre prodotti enologici sempre più competitivi.  Girovagando in questo ambito territoriale è facile imbattersi  in aziende come “Agrisole” che ha in un “Mafefa Rosso” (Igt Toscano composto da un 70% da Sangiovese, da un 20% Malvasia nera e da un 10% Colorino) una delle eccellenze della cantina, per non parlare poi del Tempranillo prodotto dall’azienda “Pietro Beconcini” e chiamato “Ixe”  per la misteriosa storia di questo vino legata alla Via Francigena e che a San Miniato è codificato con la lettera “X” . Non mancano poi a San Miniato anche proposte biodinamiche e a proporle è la Cosimo Maria Masini che tra le sue prodizioni spicca  un Sincero 2015 (Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc) frutto di una vinificazione completamente naturale.  Non trascurabili infine sono i vini e il blend chiantigiano (Sangiovese, Canaiolo e Trebbiano Toscano) dell’azienda Conte Aldobrando degli Azzoni Avogadro Carradori, il Frasca 2011 (60% Sangiovese, 20% Syrah, 20% Merlot) della Fattoria Varramista e Igt Rosso Toscano "L'Assedio"  della Cantina Montalto. 

Gianluca Pacella

in data:18/05/2016

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