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Organizzazioni Agricole

Cia, un agricoltore su tre è colpito dalla criminalità organizzata

Più di 150 reati al giorno, sei ogni ora, un agricoltore su tre che ha subito e subisce gli effetti della criminalita' organizzata che sempre piu' allunga i suoi micidiali tentacoli sulle campagne italiane. Furti di attrezzature e mezzi agricoli, usura, racket, abigeato, estorsioni, il cosiddetto "pizzo", discariche abusive, macellazioni clandestine, danneggiamento alle colture, aggressioni, truffe nei confronti dell'Unione europea, "caporalato", abusivismo edilizio, saccheggio del patrimonio boschivo. Atti delinquenziali che mettono in moto ogni anno un "business" l'azienda "Mafie S.p.A." di 50 miliardi di euro, pari a poco meno di un terzo dell'economia illegale nel nostro Paese (169,4 miliardi di euro). E' questa la denuncia che viene dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori che in occasione della sua V Assemblea elettiva nazionale, in svolgimento a Roma, ha presentato il terzo rapporto sulla "Criminalita' in agricoltura". L'attenzione rivolta dalla criminalita' all'agricoltura -si legge nel rapporto Cia- e' particolarmente rilevante perche' il settore e' un terreno nel quale si sviluppa un "business" di grosse dimensioni. La ragione puo' essere facilmente ricercata nel fatto che questo particolare e delicato segmento produttivo provvede in maniera sostanzialmente diretta al fabbisogno primario di milioni di persone per garantire loro la sopravvivenza, specie in questi momenti di crisi alimentare, dove il cibo diventa indispensabile e insostituibile. Da qui l'interesse ad investire, riciclare e mantenere una schiera di "sudditi" per il lavoro di manovalanza. Attraverso le campagne e' possibile esercitare il controllo del territorio per utilizzarlo come base per nascondigli, oppure come punto di partenza per ulteriori sviluppi imprenditoriali. L'interesse delle organizzazioni criminali, dunque, non riguarda unicamente i settori sui quali c'e' ormai una consolidata letteratura: edilizia, smaltimento dei rifiuti, autotrasporto, la sanita'.
Incomincia ad interessarsi e pesantemente anche dell'agricoltura, in particolare nei territori e nei segmenti meno industrializzati. Tutti elementi che si ritrovano in diversi "dossier", fra i quali quelli della Direzione nazionale antimafia, della Polizia di Stato, dei Carabinieri e della Confesercenti "Sos Imprese", che hanno permesso, con le loro analisi e i loro dati, di arricchire il rapporto predisposto dalla Cia. La criminalita', e' in grado di condizionare tutta la filiera agroalimentare, agendo nei vari passaggi e -come si rileva anche nel dossier della Confesercenti- alterando la libera concorrenza, influenzando la formazione dei prezzi, la qualita' dei prodotti, il mercato del lavoro. Il problema non e' di poco conto. "Si tratta, in buona sostanza, del passaggio -sottolinea il rapporto "Sos Impresa"- dalla gestione di mercati illegali e prodotti illegali (droga, prostituzione etc), a quelli legali, cioe' quelli che interessano tutti gli italiani che, attraverso l'egemonia criminale sul prodotto e sulle reti, si ritrovano le mafie dentro casa, e per quanto riguarda i prodotti agricoli, addirittura a tavola". Insomma, l'intero comparto agricolo, anche a causa della grave crisi economica che sta attraversando, rischia piu' di altri di essere completo ostaggio delle mafie che nelle campagne nascono e nelle campagne continuano a mantenere molti interessi di mafia come le aziende agricole, che rappresentano uno dei maggiori investimenti delle organizzazioni criminali. Oltre a cio' le mafie delle campagne, coniugando modernita' e arcaicita', praticano abigeato e caporalato, usura ed estorsioni, furti e "cavallo di ritorno", truffe e imposizioni di merce.
L'agricoltura italiana e', quindi, sempre piu' terrorizzata da mafia, camorra, sacra corona unita, 'ndrangheta. Un fenomeno che fino a pochi anni fa si riscontrava soltanto alle regioni del Sud, ma che adesso si sta espandendo in tutta Italia, in particolare nelle aree del Nord, dove la criminalita' organizzata sta trovando terreno fertile per i suoi loschi affari. E cosi' molti produttori agricoli sono preda di una malavita violenta e spregiudicata. Sono soggetti a pressioni, minacce e ad ogni forma di sopruso. Prima -si legge nel rapporto della Cia- erano solo Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna le regioni in cui l'attivita' delle organizzazioni malavitose concentravano la loro azione ai danni dell'agricoltura. Ora la malavita ha allargato il suo giro d'azione. Altre regioni del Centro e del Nord sono finite nel mirino dei criminali e gli agricoltori ne pagano le spese. Al primo posto, per numero, fra i reati troviamo i furti di attrezzature e di mezzi agricoli. Il racket e' il secondo reato -sempre per numeri di crimini commessi- che si registra. Segue a debita distanza l'abigeato, un reato antico, ma in continua crescita. Ogni anno circa 100.000 animali spariscono, la gran parte destinata alla macellazione clandestina. Si tratta essenzialmente di bovini e maiali, ma anche di cavalli e in prossimita' delle feste pasquali agnelli e pecore. Nello scorso biennio diverse e importanti operazioni delle forze dell'ordine hanno messo in risalto la vastita' del fenomeno, che non si esaurisce alle regioni meridionali, ma tocca tutta l'Italia. Il sequestro di allevamenti di cavalli e' una costante che compare in diverse inchieste. Anche i furti di prodotti agricoli sono, di poco, meno frequenti dell'abigeato. Ma non si tratta di occasionali furtarelli. Siamo in presenza di massicce sottrazioni del prodotto (spesso direttamente dalla pianta), che prevede una scientifica e organizzata operazione di raccolta. Tra i reati si segnalano, inoltre, il danneggiamento alle colture e le aggressioni nei confronti delle persone. Piu' distinti, fenomeni di usura e il pascolo abusivo. Non meno grave e' l'odioso "caporalato", con lo sfruttamento, da parte della criminalita' organizzata, soprattutto di extracomunitari (come ha messo in risalto la recente vicenda di Rosarno), molti dei quali irregolari. Meno frequenti, ma presenti, sono i furti di centraline per l'irrigazione, soprattutto nelle regioni dove c'e' il problema cronico della carenza d'acqua. Per le stesse ragioni, si verificano allacciamenti abusivi ed estrazione dell'acqua da pozzi non regolari. Crescente e' anche la minaccia di cedere i raccolti dei prodotti a prezzi "stracciati". Non vi sono scrupoli che tengano e il coltivatore si trova costretto a scegliere o accettare l'infame avvertimento o correre il rischio di vedere compromesso l'intero raccolto e con esso il lavoro di tanti anni. Vengono riscontrati anche fenomeni come la macellazione clandestina e le discariche abusive, ambedue presenti in tutte le regioni meridionali. Reati che travalicano gli interessi diretti dell'agricoltura, colpendo l'intera collettivita' e, la qualita' dei prodotti e, conseguentemente, la salute pubblica.
Per quanto riguarda le discariche abusive e il traffico illecito dei rifiuti, il fenomeno, sempre piu' in espansione, si riscontra in quasi tutte le regioni, assumendo dimensioni nazionali e transnazionali. Come e' stato affermato dall'apposita Commissione parlamentare, i rifiuti non si muovono solo dal Nord verso il Mezzogiorno, dove vengono smaltiti in discariche non autorizzate, cave dismesse, sprechi d'acqua o nel sottosuolo di fondi a destinazione agricola. Oggi si registrano anche le rotte che dal Nord-Ovest vanno a Nord-Est, che dal Nord arrivano al Centro e anche quelle che dal Sud portano a Nord, con la nascita di veri e propri cartelli di trafficanti che operano sia a livello regionale che interregionale. La criminalita' impone anche i prezzi per i prodotti agricoli, pesature dei prodotti inferiori a quelle reali, compie estorsioni attuate mediante previo furto di mezzi destinati alla coltivazione, esercita il controllo del mercato fondiario, compie furti di grano, con devastazione dei campi coltivati, commerci illegali e intromissioni nell'acquisto dei prodotti. In alcune regioni il furto della strumentazione agricola e' legato ad un'attivita' di esportazione del ricavato verso paesi esteri a fronte, verosimilmente, di partite di droga. In altre zone, invece, i mezzi agricoli vengono trasformati in pezzi di ricambio che hanno necessariamente bisogno di altri mercati. Per non parlare del bestiame che, sia se dirottato alla macellazione clandestina che verso viaggi "illeciti" verso l'estero , deve essere "affidato" ad organizzazioni pronte allo smercio.

in data:06/07/2010

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