Regioni
Emilia Romagna, stanziati 1,5 milioni per la produzione bieticola
Ammontano a 1,5 milioni di euro le risorse in arrivo nel 2011 per il mantenimento della produzione bieticola sul territorio regionale. E’ quanto prevede un articolo della legge “finanziaria” regionale approvato in Assemblea legislativa. Le risorse stanziate sono destinate in particolare alle aziende agricole che adotteranno di tecniche di coltivazione e produzione che prevedano specifiche misure “agro-ambientali” e verranno erogate attraverso un bando che sarà emanato dalla Giunta regionale a febbraio.
“L’impegno della Regione – ha sottolineato l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni - testimonia il notevole sforzo che viene fatto per mantenere una coltivazione che, dopo essere stata fortemente penalizzata dalla scellerata riforma comunitaria del settore, sta per affrontare un’annata particolarmente critica”. Nel 2011 infatti da un lato verranno a mancare gli aiuti previsti dalla riforma nel periodo transitorio, dall’altro non sarà pienamente a regime il sostegno previsto per il miglioramento della qualità, in quanto solo dal 2012 in poi verrà stanziato l’intero plafond di 19,7 milioni di euro, con un incremento rispetto al 2011 di circa 5 milioni a livello nazionale.”
“Questo stanziamento – ha aggiunto Rabboni - concorre alla competitività dell’anello più debole della filiera, quello agricolo, che, nonostante i grandi progressi fatti dall’avvio della riforma nel 2006, potrebbe quest’anno non essere in grado di garantire il pieno approvvigionamento delle fabbriche, minando la sostenibilità dell’intero comparto e vanificando tutti gli sforzi finanziari, organizzativi e professionali che il comparto ha fatto negli ultimi anni per aumentare la competitività”.
“Mantenere in attività il comparto bieticolo-saccarifero – ha concluso Rabboni - è un obiettivo assolutamente prioritario per la Regione e dovrebbe esserlo anche per il nostro Governo. La sua scomparsa infatti non solo avrebbe pesanti costi sociali, ma danneggerebbe gravemente l’industria agroalimentare nazionale, rendendola completamente dipendente, per un prodotto strategico quale lo zucchero, dalle politiche commerciali dei produttori stranieri, anche extraeuropei