Salute e Alimentazione
I "grassi buoni" aiutano a superare i disturbi gastrointestinali
Omega 3 grandi alleati per chi soffre di disturbi gastrointestinali. Lo affermano due recenti ricerche, presentate a Stoccolma dall'Issfal, la Società internazionale per lo studio di grassi e lipidi. A sottolineare l'importante risultato è Assitol, l'Associazione italiana dell'industria olearia.
In particolare, le prove sperimentali effettuate in laboratorio hanno rivelato che l'introduzione nella dieta dei cosiddetti “grassi buoni” - soprattutto di Epa e Dha – favorisce l'attività della flora intestinale e, in particolare, dei batteri anti-infiammatori, che combattono con successo disturbi cronici come la colite.
Gli Omega 3, in altre parole, aiuterebbero le difese già presenti nell'organismo a debellare i problemi di origine gastrointestinale. Tale fenomeno è stato osservato dai ricercatori dell'Università della British Columbia (Canada) anche nell'ambito di un regime alimentare ricco di grassi saturi. Al riguardo l'Issfal, in una nota di presentazione delle ricerche, ha sottolineato come “assumere i grassi 'giusti' sia ancora più importante del loro quantitativo totale nella dieta quotidiana”.
La scoperta è significativa perché, come stigmatizzano entrambe le ricerche, è ormai accertato che i disturbi gastrointestinali cronici, anche di lieve entità, possono favorire l'insorgere di malattie dell'intestino molto più serie, come il morbo di Crohn. Gli studiosi americani della Harvard Medical School e Massachussets Generale Hospital, in tal senso, hanno suggerito che, “in certe condizioni di salute, è addirittura consigliabile un alimento arricchito con un'alta concentrazione di Omega 3”. Ed è di questi giorni la pubblicazione di un'indagine sull'American Journal of Clinical Nutrition, che dimostra la facilità di assorbimento degli stessi Omega 3 da parte dell'organismo umano se sono di origine vegetale.