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La Forchetta Dispettosa

Tra Patuanelli e Il Sole 24 Ore un Pnrr di troppo

Caro direttore,

Le scrivo in merito al lavoro che stiamo portando avanti al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, e per sottolineare quanto ottenuto dal dicastero che mi pregio di dirigere sia a valere sui fondi del PNRR, sia nella recente Legge di Bilancio.

Rispetto ai primi, mi consenta di rimarcare come i fondi siano stati quasi triplicati rispetto a quanto previsto nella stesura del piano di dicembre scorso: inizialmente erano previsti circa 2,5 miliardi per misure dedicate in modo esclusivo all’agricoltura, oggi sono 5,98 e riguardano progettualità specifiche legate ai sistemi irrigui (880 milioni), ai contratti di filiera (1,2 miliardi), alla meccanizzazione (500 milioni), alla logistica (800 milioni) e alla produzione di energia da fonte solare (in tutto tra le due progettualità 2,6 miliardi). Vi sono poi altri investimenti all’interno delle missioni e delle componenti del PNRR che incidono sul settore agricolo e agroalimentare, mi riferisco alle risorse stanziate per gli impianti di biogas e biometano, a quelle per l’economia circolare e a quelle per l’innovazione, come Transizione 4.0.
Una dotazione così ampia è stata richiesta e ottenuta dal sottoscritto proprio per l’importanza che il settore primario riveste nel Paese, un settore spesso sottovalutato che però traina il PIL dell’Italia da decenni ed oggi rappresenta il vero motore delle esportazioni.
In merito alla legge di bilancio di recente approvazione in Consiglio dei Ministri, sottolineo che mai prima d’ora il settore primario aveva avuto a disposizione 450 milioni di Euro, circa il 50% in più rispetto all’anno precedente e circa il 450% in più rispetto all’anno prima ancora.

Nel dettaglio, le misure più importanti per il settore riguardano l’istituzione del Fondo mutualistico nazionale a copertura dei rischi catastrofali per il ristoro delle aziende agricole, la proroga anche per il 2022 dell’esenzione IRPEF dei redditi dominicali e agricoli, il sostegno delle filiere per accrescere la competitività, la decontribuzione per gli imprenditori agricoli e agricoltori diretti under 40, a cui si aggiungono interventi per la zootecnia e importanti stanziamenti per proseguire l’attuazione della Strategia nazionale forestale.
Sono numeri, quelli del PNRR e della legge di bilancio, che ci impongono la responsabilità di investire nel miglior modo possibile le risorse e di dare precise informazioni anche attraverso gli organi di stampa.

Per questo mi ha molto sorpreso un recente articolo apparso sul quotidiano che lei dirige dal titolo “Pnrr: 6.8 miliardi da spendere. Ma l’agricoltura è ancora ferma”. Anche qui, vorrei sottolineare come il ministero che guido non sia assolutamente in ritardo con l’attuazione delle misure legate al PNRR. Nello specifico e per quanto riguarda la struttura di missione, il provvedimento è alla firma del MEF. Il fatto che ancora non sia stata ufficialmente nominata non comporta alcun ritardo nei progetti.
Ma mi consenta un approfondimento sui principali punti trattati nell’articolo: per quanto riguarda le strutture irrigue, le scadenze sono state centrate (l’elenco dei progetti ammissibili doveva essere approvato entro il 30 settembre e così è stato) e il problema legato alla Regione Sicilia abbondantemente trattato sugli organi di stampa locale e nazionale. Dunque, l’apertura di alcune istruttorie d’emergenza – evento normale in qualsiasi procedura amministrativa - non comporterà alcun ritardo.

Sui presunti contrasti relativi al fotovoltaico, il Governo ha semplicemente ribadito senza contrasti l’esigenza di trovare una soluzione all’individuazione di siti idonei, senza consumo di ulteriore suolo agricolo. Ma anche in questo caso sarebbe bene non fare confusione dando informazioni sbagliate, perché gli investimenti in questo campo sono due: uno da 1,5 miliardi (cosiddetto Agrisolare) riguarda la realizzazione sui fabbricati agricoli esistenti (senza spreco di superficie agricola) di impianti fotovoltaici e il secondo da 1,1 miliardi che riguarda la realizzazione di campi fotovoltaici verticali con produzione agricola sottostante. Ora, il primo intervento vede il MIPAAF come capofila e le scadenze per l’emanazione dei bandi sono fissate al 30 giugno 2022 e saranno rispettate (entro l’anno sarà firmato l’accordo per la gestione della procedura con la scelta di una piattaforma informatica destinata al recepimento delle domande), mentre il secondo vede come capofila il MITE che sta lavorando alla bozza del decreto per i bandi, esattamente come sul tema del biogas e biometano.
Sul capitolo “meccanizzazione”, il mio dicastero emanerà il bando entro il 31 marzo 2022, così come previsto dal PNRR. L’idea è di implementare una procedura quanto mai semplificata assieme a INAIL sul modello dei bandi ISI ma senza click day. Mentre criteri di scelta e modalità attuative saranno condivisi con le Regioni.

Sui presunti ritardi legati al finanziamento dei “contratti di filiera”, si ricorda che la scadenza è fissata al 31 dicembre, data che il Ministero intende ampiamente anticipare.
Infine, sui presunti ritardi legati al capitolo “logistica”, la scadenza da PNRR è fissata al 30 marzo 2022; anche in questo caso sarà ovviamente rispettata.

Ritengo dunque di poter dire che la mancata convocazione a Palazzo Chigi abbia ingenerato una certa confusione, poiché quel coordinamento era rivolto ai ministeri con scadenze ravvicinate o non ancora ottemperate, mentre nel nostro caso tutte le scadenze sono state rispettate e le prossime non riguardano l’anno in corso.

in data:02/11/2021

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